Ovvero, non ci si annoia mai.
Pensavo e alla luce dei recenti avvenimenti, speravo che il mio prossimo post sarebbe stato di risposta a una cosa interessante che la Nonnafamilias, anche lei blogger impenitente, ha pubblicato qualche giorno fa su argomenti profondi come il femminismo, i rapporti di genere e di coppia con dei velatissimi riferimenti alla mia attuale condizione di vita e di famiglia. Perché la discussione, anche se lievemente polemica e lo scontro costruttivo ci scorrono nel sangue e sono un segno inequivocabile di rispetto nella nostra famiglia. Sembriamo litigiosi, in realtà ci si mette solo d’accordo prendendoci le misure. L’appuntamento con le riflessioni profonde incise permanentemente in qualche server sperduto, rinchiuso in un capannone dalla dubbia sostenibilità ambientale è solo rimandato.
Il Babbofamilias è un amante degli sport di contatto. In altre parole, gli piace dare e prendere mazzate in maniere più o meno folcloristiche e violente con altri insospettabili come lui, che nella vita sono babbifamilias, informatici, studenti di ingegneria biomeccanica, vigili urbani, muratori, scolari e così via. Quando si pigliano e si danno mazzate, a volte si pigliano e si danno un pochino più forte del dovuto, perché questa mano può esse fero e può esse piuma e a volte l’uomo medio non è del tutto padrone del proprio kungfu, e quindi può succedere che alle quattro del mattino una mammafamilias qualunque si svegli per allattare e trovi un messaggio che dice “Sono in ospedale, sono un pochino confuso. Però sono sulle mie gambe, tutto ok”. E che questo getti la sottoscritta e succitata donna in uno stato di agitazione che la porta a alzarsi dal letto, telefonare all’ospedale nel cuore della notte per sincerarsi che tutto vada bene, consultarsi con la nonnafamilias che se dio vuole esercita la professione medica e la rassicura ma anche lei che è una vera dura ha gli occhi grandi come tazzine da tè come i cani della favola delle fiabe sonore.
Quindi la mammafamilias torna a letto e cerca di farsi una ragione del fatto che se lui ha risposto al telefono, anche se è confuso, anche se il groppo in gola si sente tangibile attraverso l’etere, anche se una mente ansiosa dà il peggio di sé in questi momenti, va tutto bene e non c’è molto di cui preoccuparsi.
Grazie ai provvidenziali ormoni rilasciati dall’allattamento, la mammafamilias si rilassa e ripiomba in un paio d’ore di sonno.
La mattina seguente, cioè poche ore fa, scopro che i Suoceri sanno tutto e stanno andando in soccorso del primogenito, lasciando in villeggiatura il nonno (bis), che verrà provvidenzialmente recuperato e condotto a casa dei nonni(bis, ma quelli dalla mia parte), nonostante la pioggia da me e dall’Infanta, perché un piatto di pastasciutta in compagnia non si nega a nessuno, figuriamoci a un nonno potenzialmente preoccupato per le sorti del nipote al momento tenuto ostaggio del suo infortunio.
In attesa di notizie, programmo le avventure prossime venture sul fronte intellettuale:
– raccogliere le storie della famiglia dalla viva voce della nonna, affinché non si perdano e restino a imperitura memoria
– rileggere Durrel, perché se ho il pallino degli animali è anche colpa di mia zia che mi propinava certe letture
– mandare curriculum e sperare che scelgano me, tra i mille mila che ricevono continuamente. La cosa mi provoca ansia per ovvi motivi ma alla luce di quanto successo, ho deciso di non lamentarmi perché come dicono i nostri saggi vecchi, quando c’è la salute c’è tutto.
Statemi bene.