Andiamo a Venezia

La famiglia BB la prossima settimana andrà a passare il weekend a Venezia.
Un weekend lungo, in realtà, una cosa sontuosa, da giovedì a domenica.
I nonni tosco-veneti sono lì, e noi li raggiungeremo per godere insieme del fascino senza tempo della laguna.

L’entusiasmo del gruppo genitoriale, che non vede una vacanza da tempo immemore (non dico cavolate, davvero non mi ricordo quando siamo stati in vacanza l’ultima volta), è alle stelle.
Personalmente, non vedo l’ora.

G, che su questi schermi risponde al nome dell’Infanta, ha da poco compiuto tre anni ed è una bambina che si esprime con proprietà di linguaggio e ha ben chiare le sue priorità, ha espresso con chiarezza il suo desiderio più questa mattina, durante i concitati preparativi per arrivare in orario a scuola.

Il suo desiderio questa mattina? Andare al mare.
Come biasimarla?
La mammafamilias ha colto la palla al balzo e ha iniziato a narrare di una favolosa città, costruita sull’acqua, dove al posto delle macchine ci sono le barche, al posto delle biciclette ci sono le canoe e i pedoni attraversano la strada non sulle strisce pedonali, ma sui ponti.

L’abbondanza d’acqua a stimolato il pensiero logico della nostra G, ragazza alquanto sveglia già di suo:

“Ma quindi ci sono i pessi?”
“Si… tanti pesci. E uccelli acquatici” (mente sapendo di mentire)
“E qquali?”
“Squali… squali veneziani… non so. Ma ci sono LEONI! Molti leoni, alati. Molto strani.”
“Possiamo accaLezzaLLi?”
“….”
“Possiamo?”
“Si! Cerrto! Ma devi sapere, che si vedono solo quelli di pietra, perché quelli veri girano solo di notte, sono molto timidi.”
“Ok.”

 

La mammafamilias non si arrampicava sugli specchi tanto vigorosamente dall’interrogazione di greco del Marzo 2003.

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